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Marketing e comunicazione: perchè l’Italia investe poco e cosa si può fare per recuperare il ritardo

Il settore soffre ancora di una sottovalutazione degli investimenti necessari.

C’è poca convinzione o conoscenza di marketing e comunicazione?

Il marketing e la comunicazione sono fondamentali per il successo di un’azienda, eppure l’Italia continua a investire in questo settore meno della metà rispetto agli altri Paesi avanzati.

Secondo i dati dell’AdEx Benchmark 2023, l’Italia si posiziona dietro Regno Unito, Germania, Francia e Spagna per valore di investimenti in pubblicità digitale. Il Regno Unito spende oltre 34 miliardi di euro, la Germania 134 miliardi, la Francia 95 miliardi e la Spagna 52 miliardi. In Italia, l’investimento si ferma a 48 miliardi di euro.

Confronto con i Paesi avanzati: un’occasione persa?

Il confronto con altri Paesi avanzati come Regno Unito, Germania e Francia evidenzia come l’Italia non sfrutti appieno le potenzialità offerte dal marketing e dalla comunicazione.

Paesi come il Regno Unito investono cifre molto superiori, soprattutto in ambito digitale, consentendo alle imprese di competere su scala globale con grande efficacia.

In Italia, al contrario, la sottovalutazione del marketing come leva strategica limita la crescita delle aziende e la loro capacità di espandersi nei mercati internazionali.

Cosa ci raccontano questi numeri?

La tradizione imprenditoriale italiana è caratterizzata prevalentemente da piccole e medie imprese (PMI), molte delle quali a conduzione familiare. In queste realtà, il marketing viene spesso percepito come un costo superfluo, anziché come un’opportunità di crescita.

Esiste la convinzione che la qualità del prodotto sia sufficiente a garantirne il successo, senza la necessità di promuoverlo in modo strategico attraverso canali digitali o tradizionali.

La resistenza al digitale

Un altro ostacolo significativo è la resistenza al cambiamento digitale.

Molte imprese italiane faticano ad avvicinarsi alle opportunità offerte dal marketing digitale, nonostante un pubblico sempre più connesso e propenso all’interazione online: il 73% degli italiani è attivo sui social media e il 47% fa acquisti online settimanalmente.

Il management italiano, in molti casi, non comprende appieno il valore del marketing e delle nuove tecnologie come l’intelligenza artificiale o la pubblicità programmatica, che consentono di raggiungere un pubblico più ampio e targettizzato.

Investimenti a breve termine e scarsa visione strategica

Le imprese italiane tendono a prediligere investimenti a breve termine, cercando di massimizzare i profitti immediati. Tuttavia, questa mentalità penalizza il marketing, che richiede tempo per costruire una brand awareness solida e generare un impatto duraturo sul mercato.

Molte aziende vedono il marketing come una spesa volatile, riducibile nei momenti di crisi economica.

Al contrario, investire in comunicazione durante periodi difficili potrebbe essere la chiave per distinguersi e conquistare nuove quote di mercato. È proprio la visione a lungo termine che manca: spesso le campagne sono frammentate e scollegate, prive di una strategia coerente che guidi il brand verso obiettivi chiari.

Questa mentalità “qui e ora” non garantisce un futuro solido per le imprese.

Il potenziale inespresso del digitale 

L’Italia è uno dei Paesi con il più alto tasso di penetrazione dei social media, con quasi 43 milioni di utenti attivi.

Sebbene il 25% degli italiani utilizzi i social per scoprire nuovi brand, molte aziende non investono abbastanza in strategie di comunicazione online.

Questo non è solo un problema economico, ma anche di competenze.

Molte PMI non dispongono del know-how necessario per implementare campagne di digital marketing efficaci e spesso si affidano a strategie poco mirate o poco innovative.

La formazione e la cultura del cambiamento 

C’è la difficoltà di far comprendere, ancora nel 2024, che il marketing rappresenta la faretra e la comunicazione le frecce da lanciare.
Pertanto, chi ha competenze in marketing non ne possiede, se non in modo generico, in comunicazione e viceversa.

Per invertire questa tendenza, è essenziale promuovere una maggiore cultura del marketing e della comunicazione tra gli imprenditori italiani.

La formazione professionale, soprattutto nel campo del marketing digitale, è cruciale per dotare le aziende degli strumenti e delle competenze necessarie.

Solo con un management preparato e aperto al cambiamento tecnologico sarà possibile colmare il divario con gli altri Paesi e sfruttare le opportunità del mercato globale.

L’Italia è a un bivio cruciale: deve decidere se continuare a investire poco in marketing o adottare una visione più moderna e lungimirante.

Un cambio di mentalità è necessario, sia a livello imprenditoriale che istituzionale. Il futuro delle imprese italiane dipenderà dalla loro capacità di adattarsi a un mondo sempre più digitalizzato e connesso.

Quale futuro per le aziende? 

Il futuro è nelle mani del marketing.

Le aziende che investiranno in formazione, tecnologia e strategie di comunicazione integrate avranno una marcia in più per affermarsi in un mercato sempre più competitivo.

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